L'Unità 731 è stata una unità segreta dell'esercito imperiale giapponese attiva durante la seconda guerra mondiale. Fondata nel 1937 nella città di Harbin, in Manciuria (attualmente parte della Cina), era responsabile per la ricerca e lo sviluppo di armi biologiche e chimiche.
L'obiettivo principale dell'Unità 731 era quello di studiare gli effetti delle malattie infettive e delle tossine sui corpi umani, al fine di sviluppare nuove armi di distruzione di massa. Per raggiungere questo fine, l'unità condusse esperimenti crudeli e immorali su un gran numero di prigionieri civili e militari cinesi, russi e altri prigionieri di guerra.
Gli esperimenti comprendevano l'inoculazione di malattie come la peste bubbonica, il vaiolo e l'antrace, l'uso di armi chimiche come il gas mostarda e la valutazione degli effetti di congelamento, bruciature, decompressione e altre forme di tortura sui prigionieri.
Si stima che durante i suoi anni di attività, l'Unità 731 abbia ucciso oltre 3.000 prigionieri. Nonostante l'orrore delle loro azioni, molti dei membri dell'unità non sono mai stati perseguiti o giudicati per i loro crimini. A seguito della resa del Giappone nel 1945, gli Stati Uniti fecero un accordo con i membri dell'Unità 731, offrendo loro l'immunità in cambio delle informazioni raccolte durante le loro attività di ricerca.
Solo nel 1997 il governo giapponese ammise ufficialmente l'esistenza e le azioni dell'Unità 731, chiedendo scusa alle vittime e ai loro familiari. L'Unità 731 rappresenta ancora oggi una pagina oscura nella storia del Giappone e un esempio degli orrori commessi durante la guerra.
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